La scuola offre menù vegetariani e vegani, che puoi ottenere senza certificato medico. Basta la richiesta di un genitore

La decisione è ufficiale grazie al decreto ministeriale pubblicato in Gazzetta Ufficiale ‘Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione ospedaliera,  assistenziale e scolastica’, che cancella così ogni diversa interpretazione data da alcune amministrazioni comunali che tentavano di scoraggiare questa alimentazione.

Per ottenere pasti vegani o vegetariani nelle scuole, negli ospedali e nelle strutture di cura, una semplice richiesta dei genitori sarà sufficiente e non è richiesto alcun certificato o prescrizioni mediche. Eventuali diverse interpretazioni hanno indotto in passato alcuni governatori locali a richiedere certificati medici. Il ministro della Salute Roberto Speranza, il ministro della Trasformazione Ecologica Roberto Cingolani e il ministro delle Politiche Agricole e Alimentari Stefano Patuanelli hanno firmato con il presupposto che “le prescrizioni mediche non comportano l’alimentazione per fini morali, culturali o religiosi”.

In realtà le linee guida precedenti già prevedevano che non fosse chiesto alcun certificato medico a chi chiede un menù vegetale, ma una bozza circolata lo scorso anno che faceva pensare che si fosse andato in tutt’altra direzione.

 Linee guida che fin dal 2010 (e con una nota chiarificatrice emanata nel 2016) stabilivano che “non essendo una malattia, la scelta etica e culturale vegana o vegetariana di una persona, di una famiglia, così come le scelte alimentari religiose, non sono sindacabili né attestabili o certificabili da un medico”.

In questa battaglia si è distinta la LAV aveva sottolineato l’incongruenza del testo diffuso in bozza affermando che “Qualcuno ha tentato, per fortuna senza successo, di scoraggiare le scelte alimentari vegane e vegetariane fissando l’obbligo di certificazione medica per poter avere un pasto in una mensa scolastica-

A luglio 2020, proprio in relazione alle precedenti linee guida, il ministro della Salute aveva chiarito che “la prescrizione medica è necessaria solo per le diete che, per cause patologiche, richiedono, necessariamente, l’esclusione di determinati alimenti”, mentre le Linee di indirizzo (quelle precedenti, ndr) già indicavano che “in particolare il servizio di ristorazione scolastica deve prevedere la possibilità di pasti specifici per determinate condizioni cliniche (allergie/intolleranze) o esigenze etiche/culturali/religiose”, distinguendo nettamente “i regimi alimentari connessi ad aspetti di natura etica, culturale e religiosa, rispetto alle diete ad esclusione, legate esclusivamente a condizioni patologiche, come le allergie e le intolleranze alimentari”. per questo “il percorso diagnostico ‘ad hoc’ non può essere in alcun modo confuso con un regime alimentare vegetariano o vegano.

La pubblicazione del nuovo decreto spazza via ogni dubbio e la Lav chiede, così, al sindaco Roberto Gualtieri e alla neo assessora Claudia Pratelli di aggiornare il documento comunale per l’ottenimento di pasti vegani e vegetariani nelle mense scolastiche di Roma Capitale. “La correzione al testo è prova di una giusta e necessaria considerazione per la parte di cittadini italiani che, come attesta il Rapporto Italia 2021 diffuso recentemente da Eurispes, sceglie di non alimentarsi con cibi di origine animale, per ragioni etiche, salutistiche, ambientali o culturali

I vegani, oggi, il 2,4% del campione studiato, sono in costante crescita negli anni, visto che lo scorso anno si attestavano al 2,2%”.