Ospedali, scuole, università, carceri, istituzioni pubbliche locali e non: entro un mese tutte le mense e i locali interni a queste strutture dovranno avere nel loro menu almeno un pasto vegetariano. La rivoluzione “veg” arriva dal Portogallo dove il Parlamento ha approvato una legge  ad hoc – con i voti favorevoli del parlamentari del Ps (Partito Socialista), del Pcp (Partito Comunista) e del Pan (Partito per gli Animali e per la Natura) e le astensioni di Psd (Partito Social Democratico) e Cds (Partito Popolare) – arrivata in aula dopo una petizione popolare firmata da 15 mila persone. 

Grazie alla legge coloro che desiderano lasciare fuori dal proprio piatto i prodotti animali avranno quindi garantita la possibilità alimentarsi secondo la propria scelta. I cibi verranno preparati sotto la supervisione di personale specializzato, di modo da garantire il rispetto delle regole alla base di una dieta sana ed equilibrata. Inoltre, il Dgs (Direzione Generale della Sanità) ha redatto un manuale per aiutare chiunque desideri seguire una dieta vegetariana correttamente bilanciata.

Rivoluzione vegan in Portogallo. Una nuova legge, di recente approvazione, prevede che le mense in tutte le scuole, università, carceri ed altri edifici pubblici debbano obbligatoriamente offrire cibo privo di prodotti di origine animale; insomma da questo mese tutte le mense pubblice del Paese sono obbligatoriamente tenuta a fornire un’opzione vegan e dovranno adeguarsi entro i prossimi sei mesi. La legge è la conseguenza di una petizione, diffusa dal Portuguese Vegetarian Society, nella quale si chiedeva l’introduzione obbligatoria dell’ozione vegana: la petizione ha ottenuto 15.000 firme ed è stata discussa in Parlamento all’ inizio del 2016. Una simile petizione sul sito inglese Parliament.uk lanciata lo scorso ottobre ha raccolto ad oggi 16560 firme e dovrà raggiungere le 100.000 firme entro il prossimo 3 aprile per poter essere discussa in Parlamento.

“Riteniamo che si tratti di un importante passo avanti in Portogallo – ha dichiarato Nuno Alvim, portavoce dell’associazione Vegetariana Portuguesa – poichè è la prima volta che abbiamo una legge che cita espressamente il vegetarismo. Promuoverà la diversità delle abitudini alimentari e incoraggerà più persone a scegliere l’opzione vegetariana perchè diventerà disponibile su più ampia scala. Questo avrà un significativo impatto sulla salute della popolazione, ma anche sugli animali e nel lungo periodo sull’ ambiente”. La legge è frutto dello sforzo congiunto dei partiti politici di sinistra ed è stata approvata a larga maggioranza lo scorso 3 marzo. Ha inoltre dato speranza agli attivisti in Gran Bretagna, speranzosi di poter avere presto una legge simile nel Paese.

In Italia la senatrice del Pd Monica Cirinnà insieme alle due colleghe di partito Silvana Amati e Manuela Granaiola, ha presentato un disegno di legge simile a quello portoghese- che però non è ancora stato discusso – intitolato «Norme per la tutela delle scelte alimentari vegetariana e vegana». La proposta di legge prevede che “sia sempre assicurata l’offerta di almeno un’opzione vegetariana e una vegana negli esercizi pubblici di ristorazione e nelle mense comunitarie, in alternativa alle pietanze di provenienza animale previste nei menu convenzionali”.

Secondo le ultime statistiche disponibili, relative al 2003, in Portogallo le persone che hanno scelto un’alimentazione senza carne e pesce  sono il 2% della popolazione. In Italia invece i vegani sono il 3% della popolazione e – secondo i dati Eurostat – sono triplicati nell’ ultimo anno.